MARIO MELINO
Direttore Generale della Società Umanitaria di Milano dal 1956 al 1975.
Nasce ad Anzano degli Irpini (oggi Anzano di Puglia) il 22 settembre 1916 da Antonio, insegnante, e da Raffaella Castello. Trascorre l’infanzia con la famiglia ad Accadia, dove suo padre ottiene il primo incarico di maestro elementare, e dove frequenta le scuole inferiori. In seguito è avviato agli studi secondari prima presso il collegio di Ariano Irpino, poi a Molfetta presso il liceo locale sotto la guida di Carlo Muscetta e di Tommaso Fiore, a cui lo legherà un’amicizia destinata a durare tutta la vita.
In quegli anni entra a far parte del Circolo Giovanile Cattolico della città pugliese e ne diventa giovanissimo segretario.
Nel 1935, dopo la morte del padre, grazie a una borsa di studio si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica di Milano, e per mantenersi si fa assumere come precettore all’Istituto dei Ciechi. Nel 1938 è insegnante di Italiano e Storia all’Istituto Magistrale di Varese, dove inizia a frequentare gli ambienti antifascisti in cui viene introdotto da colleghi fidati. L’anno dopo si trasferisce alla scuola professionale di Busto Arsizio, e nel 1940 consegue la laurea.
Nel 1941 viene chiamato alle armi ed inviato a Bari dove riprende i contatti con Tommaso Fiore con cui inizia un’intensa attività antifascista, e frequenta Canfora, Croce, Laterza e De Martino. Arrestato con Tommaso Fiore e Vittore, giovanissimo figlio del filosofo pugliese, viene in seguito scarcerato e trasferito al comando militare di Chieti. L’anno dopo è tra i fondatori del Partito d’Azione. Continua l’attività nella Resistenza del Chietino fino al ’44 quando si trasferisce a Roma e inizia a collaborare con Ugo La Malfa e Riccardo Bauer, che diventerà suo inseparabile amico e compagno di lotta per tutta la vita. E’ nominato capo dell’Ufficio Stampa e Propaganda della Direzione del Partito d’Azione. Poco dopo, il Ministero della Guerra ne ordina il trasferimento al Quartier Generale del Governo Militare Alleato di Chianciano, poi a quello di Firenze. Rientra a Roma e lavora all’Ufficio Partigiani della Direzione Centrale del Partito d’Azione.
Nel 1945 chiamato da Riccardo Bauer torna a Milano per affiancare il leader azionista nella ricostruzione ed il rilancio della Società Umanitaria, e ne assumerà la direzione dal 1956 al 1975. Nell’opera di rinnnovamento della prestigiosa istituzione milanese – punto di riferimento della cultura antifascista, laica e libertaria - Melino dà vita con Leone Dieni ed Enea Cerquetti ad un originale laboratorio sperimentale di educa-zione per adulti. Da questa esperienza di cultura alternativa nascerà il Centro residenziale Osimo a Villa Meina sul lago Maggiore, sede dei corsi.
Nel 1975 Melino lascia definitivamente tutti gli incarichi all’Umanitaria, continuando a tenere viva la memoria del pensiero e dell’azione sociale e politica di Bauer, e del suo impegno pacifista. Nel 1984 organizza un grande convegno a lui dedicato. L’anno seguente cura due volumi in memoria del grande azionista: Riccardo Bauer, atti delle giornate di studio organizzate dalla Società Umanitaria, e l’autobiografia Quello che ho fatto.
Tra le altre sue pubblicazioni, il carteggio con il suo illustre mentore Tommaso Fiore, Carissimo Mario, e l’autobiografia Un emigrante torna alle origini, con pagine commoventi dedicate all’amata Anzano, sua terra d’origine.
Mario Melino muore il 23 agosto del 2000 a Zoagli (GE).
Coerente ed appassionato attivista, intellettuale ed educatore, la sua vita, guidata sempre dal sogno di un mondo di pace e nonviolenza, fu interamente dedicata alla difesa della libertà, della giustizia sociale e della democrazia.