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Anzano è un paese autonomo da Trevico (AV) dal 1810.

Ha l'estensione territoriale più piccola della provincia di Foggia (1112 ettari).

Il suo territorio è adagiato in parti uguali sul versante appenninico pugliese (500 ettari) e campano (600 ettari).

La linea dorsale dello spartiacque tra i due versanti corre sui monti di Scampitella, della Gessare, di Piana dell'Aia, di Piana delle Mandri. (cfr. Michele Auciello: "Per una storia").

I due versanti degradano dolcemente in una serie ondulata di rilievi caratterizzati da corsi d'acqua a regime prevalentemente torrentizio, spesso asciutti da luglio a settembre.

Il paesaggio è caratterizzato dalla media montagna e nel suo paesaggio rurale predominano le colture cerealicole.

Conta circa 2000 abitanti ed è caratterizzato da costruzioni moderne che si sviluppano sulle pendici di una vallata, ben amalgamate con il verde paesaggio collinare che le circonda.

E' situato a 760 m/s.l.m. ai confini con la Campania.

Per questa sua posizione è appartenuto alternativamente alla provincia di Avellino e alla provincia di Foggia:

 

• 1810: appartiene alla provincia di Principato Ultra (Ulteriore) - (Avellino).

 

• 1812: appartiene alla provincia di Capitanata (Foggia).

 

• 1862: appartiene alla provincia di Avellino, con il nome di Anzano degli Irpini (R. D. n. 1078 del 14-12-1862).

 

• 1931: ritorna definitivamente alla provincia di Foggia, con il nome di Anzano di Puglia (R. D. n. 438 del 09-04-1931).

 

La "terra" di Anzano di Puglia nasconde preziose tracce del neolitico inferiore, del bronzo finale, resti di vasi sanniti, romani, medioevali, ecc.

Nel corso della storia il paese ha più volte cambiato nome: Anxanum, Avezani, Antianus, Anzanus, Axanto.

Il suo nome attuale è di origine romana, si affaccia ufficialmente alla storia nell'841, anno in cui Anzano è parte del feudo dell'immenso territorio che l'imperatore del Sacro Romano Impero e re d'Italia Lotario I (795-855), nipote di Carlo Magno, donò al monastero di Farfa (Rieti) ("...Fundum Olivolam..."), anche se la sua storia è pregna di avvenimenti succedutesi nel Medioevo.

Il nome di Anzano compare per la prima volta nel 1035 in un documento del Codex Diplomaticus Cavensis, (vol. I DCCCXCI, A.D. 1035) in cui è riportato: "pecia de terra campense... ubi Anzanu dicitur" ("ove è detto Anzano")

Nell'anno 1061, sempre nel Codex Diplomitus Canvensis (vol I MCCCXXIX, A.D. 1061) è riportato: "et septima pecia de terra ad loco Anzano" ("e un settimo pezzo di terra al luogo Anzano").

In un atto del 10 ottobre 1086, Anzano è nominata come "serram de Anzano" (serra o collina di Anzano).

Il 10 novembre 1131, nel Diploma di Riccardo questo stesso luogo, è nominato, invece, come "sancteque marie de anzano" (Santa Maria di Anzano): ....usque ad paludem que est finis Sancti Petri de Olivola, sancteque Marie de Anzano (".fino alla palude che è il confine di S. Pietro Olivola e di Santa Maria di Anzano").

Si trova su un nodo viario romano e precisamente all'incrocio della via Herculea che si dirigeva a Venosa, con la via Aurelia Haeclanensis che si dirigeva a Herdonia (Ordona).

Per questa sua posizione, secondo lo studioso Lorenzo Giustiniani, è il vero luogo in cui effettivamente si trovava la famosa "villa vicina Trivici" (casa di campagna nelle vicinanze di Trevico), in cui soggiornò Orazio nel suo viaggio da Roma a Brindisi (37 a.C.), attraverso la via Aurelia Haeclanensis.

Forse per questi motivi sul suo stemma araldico è raffigurato un tempio di architettura greca con quattro colonne doriche, attraversato da una strada consolare romana con i basali.

L'intera estensione di un lato del suo territorio è fiancheggiata dal Regio Tratturo "Pescasseroli - Candela".

Manca di un vero e proprio centro storico, perché distrutto da vari terremoti.

I più recenti sono quelli del 1851, 1910, 1930, 1962 e 1980.

Il terremoto del 1930, oltre a provocare gravi danni, causò la morte di 39 persone, la caduta dell'antichissima chiesa madre in stile romanico a tre navate, la caduta della chiesa di San Donato (non ancora consacrata) e la distruzione di gran parte del centro storico.

Con i terremoti del 1962 e 1980, sono state ulteriormente distrutte tutte le sue testimonianze antiche.

Dopo le relative ricostruzioni il paese ha assunto un aspetto moderno, tanto che il territorio non presenta caratteristiche di degrado ambientale e la quasi totalità delle strade interne sono rotabili.

Le poche case più vecchie, ancora presenti, risalgono agli inizi del novecento.

Gli unici beni architettonici rimasti sono da considerarsi i "portali" di alcune abitazioni di proprietà di privati cittadini, tutti concentrati in quel poco che resta del centro storico.

Nonostante queste profonde trasformazioni è pur tuttavia un paese che ha conservato la cultura del vicolo e la vita semplice delle piccole realtà interne dell'Appennino meridionale in cui paese e campagna ancora si fondono.

Nella memoria dei nostri anziani sono ancora presenti i ricordi del "parrozzo" (pane dei poveri fatto di farina di mais), dei "pastori abruzzesi" e della "transumanza" delle loro pecore dalle montagne abruzzesi fino in Capitanata, attraverso il Regio Tratturo Pescasseroli - Candela (largo all'origine 111 m.), che lambisce per un intero lato il territorio del Comune di Anzano.

Di questo Tratturo è ancora integro gran parte del tracciato tanto che annualmente, nel mese di agosto, sulle tracce della transumanza, un gruppo di cavalieri continua a ripercorrere l'intero tracciato da Candela a Pescasseroli.

All'Abruzzo ci lega anche un piatto tipico locale, un tempo molto in voga: "I ravioli dolci", tipici di alcune zone dell'Abruzzo.

Per tutte queste vecchie tradizioni si può tranquillamente affermare che qui si respira ancora aria di Abruzzo e di Irpinia.

Le bellezze paesaggistiche e la conformazione collinare rendono Anzano particolarmente adatta a trascorrervi le vacanze estive, specialmente per chi apprezza genuinità, tranquillità e refrigerio, anche se questa è una caratteristica peculiare comune a quasi tutti i paesi interni montani.

Per la sua marginalità territoriale è privo di micro e macro criminalità organizzata.

È un angolo di territorio accogliente, salubre, a vocazione agro-turistica.

Nel 1343 è Casale della Baronia di Vico e di Flumeri, federazione di Casali in cui gli abitanti circolavano liberamente ed i beni erano in promiscuità su tutto il territorio, tra il feudatario e l'Università (Comune) e/o tra Università e Università, per cui i cittadini avevano il diritto di legnare (ius legnandi), di prelevare acqua (ius aquandi) e di pascolare (ius pascendi).

Nella metà del XV secolo la guerra tra Aragonesi ed Angioini determina la crisi della Baronia e la conseguente distruzione di Accadia, Casaleandra e forse anche di Anzano.

Infatti, nel 1462 (agli inizi di agosto), Ferrante D'Aragona, re di Napoli, sconfisse Giovanni d'Angiò e durante i 19 giorni in cui tenne sotto assedio Accadia, distrusse, quasi sicuramente, anche Anzano.

Nel 1487 Anzano risulta Casale ufficialmente disabitato, con territorio accorpato a quello di Trevico (AV).

I veri motivi dello spopolamento sono ignoti, sicuramente hanno contribuito sia calamità naturali, come terremoti e peste, sia azioni dell'uomo, come guerre e saccheggi.

Secondo una ricerca effettuata dallo studioso locale Michele Auciello, lo spopolamento del Casale di Anzano in epoca tardo medioevo è da attribuire al fatto che gli abitanti, per sfuggire ai saccheggi dei "malandrini" si spostarono verso paesi più sicuri, come Trevico e Sant'Agata, perché dotati di difese murarie (castelli).

Agli inizi del 1700 la vita ritorna in Anzano: i "pagliai" (ricoveri per animali), ma anche costruzioni in pietra "masserie", abitate poi fino alla metà del 1900, sorgono lungo i bordi della via che unisce Vallata al Regio Tratturo Pescasseroli - Candela (via di Transumanza percorsa dai pastori abruzzesi fino alla metà del 1900).

Nel 1715 il Frate Serafino Montorio dà notizia che in Anzano, "anticamente una gran terra, ma poi distrutta dagli infortuni del tempo", si venera "l'immagine di Maria".

Il 17-10-1793, nel registro parrocchiale dei Battesimi, risulta il primo atto registrato, a firma di Ciriaco Rossi, Cappellano Curato della chiesa di S. Maria di Anzano, della Diocesi di Trevico.

Nel 1799, durante la Rivoluzione Napoletana, il casale di Anzano, di 825 anime, chiede l'autonomia da Trevico sia per l'eccessiva lontananza (9 Km), sia per la mancanza di collegamenti Nel mese di Agosto 1806, Anzano paga 16 D (ducati) per il mantenimento dell'esercito francese, mentre Trevico ne paga 24 - (cfr. Michele Auciello: "Per una storia") Il 13 ottobre 1807 il Consigliere di Stato, Nobili, Intendente della Provincia di Capitanata, scrive al ministro dell'Interno Miot: "...che le seguenti 15 Comuni del Principato Ultra: Celle, Faeto, Castelluccio Valmaggiore, Greci, Savignano, Accadia, Anzano, Vallata, Zuncoli, Andretta, Calitri, Lacedonia, Bisaccia, Carbonara e Rocchetta, facciano parte della Capitanata...".

Nel 1808 Orta e Stornara diventano autonomi con decreto di Giuseppe Bonaparte per cui è probabile che anche Anzano sia diventato comune autonomo con lo stesso decreto.

Tuttavia, per Anzano il Regio Decreto potrebbe essere stato emesso, contemporaneamente a quello per il Comune di Sturno, da Gioacchino Murat l'8 aprile 1809, data in cui Sturno divenne ufficialmente Comune autonomo da Frigento.

Ad avvalorare quest'ultima ipotesi c'è che pochi mesi dopo, il 31-12-1809 l'Intendente di Avellino, scrive al Ministro Reggente di Stato Ricciardi di inviare altri due bollettini per il Comune di Sturno e Anzano, smembrati rispettivamente dal comune di Frigento e Trevico.

Nel 1813, In una relazione scritta con inchiostro rosso dall'Intendente di Avellino si afferma che Anzano fu creato Comune dall'esercito francese.

In tale documento, purtroppo, non è menzionato l'anno in cui fu emesso il relativo regio decreto.

Tuttavia, non essendo nota la data precisa del decreto che riconosceva Anzano come Comune autonomo, la sua nascita la si può far risalire al 1810, anno in cui, decorso un breve periodo di organizzazione del suo nuovo apparato comunale, inizia la sua vera autonomia amministrativa da Trevico a cui, in ogni caso, è appartenuta fino a tutto il 1809, così come i primi registri di nascita e di morte conservati nell'archivio dello Stato Civile del Comune di Anzano testimoniano. Infatti, i primi registri di nascita e di morte dello Stato Civile del Comune di Anzano partono proprio dall'anno 1810 e riportano sul frontespizio questa dicitura: - per gli anni 1810 e 1811: Provincia di Principato Ultra - Distretto di Ariano - Università di Anzano. - dall'anno 1812: Provincia di Capitanata - Distretto di Bovino - Comune di Anzano. Il primo gennaio 1810 inizia ufficialmente la sua autonomia amministrativa e nasce come Comune autonomo da Trevico.

Il sito istituzionale del Comune di Anzano di Puglia è un progetto realizzato da Parsec 3.26 S.r.l.

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